Industria 5.0 volano per la manifattura
Le imprese manifatturiere sono diventate più grandi e, grazie agli incentivi di Industria 5.0, potranno crescere anche nei prossimi anni
Data05/04/2024
“Dall’applicazione delle nuove misure previste nel pacchetto Industria 5.0 potrà arrivare un ulteriore slancio alla crescita della manifattura umbra. Ma per massimizzare i risultati serviranno strumenti regionali di accompagnamento, per facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese agendo sull’abbattimento del costo del denaro”.
È questa, in estrema sintesi, la sostanza del messaggio lanciato da Francesco Vestrelli, responsabile regionale di CNA produzione, nel corso della conferenza stampa organizzata per presentare il focus sulle imprese manifatturiere realizzato in collaborazione con il centro studi Sintesi.
“I nuovi crediti di imposta a sostegno degli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità rappresentano un’opportunità che le imprese umbre, a cominciare da quelle manifatturiere, potranno cogliere per crescere e innovarsi, come hanno dimostrato di saper fare nell’ultimo decennio attraverso il piano Industria 4.0 e le diverse manovre regionali a sostegno dello sviluppo. Tuttavia, per accedere ai crediti di imposta, le imprese devono avere la capacità di anticipare per intero l’investimento. Considerato l’elevato costo del denaro, proponiamo alla Regione di attivare strumenti che coniughino l’incremento delle garanzie a favore del sistema bancario chiamato a finanziare le micro, piccole e medie imprese, con l’abbattimento dei tassi di interesse nonché del costo della garanzia dei confidi, laddove necessaria. Se questa proposta venisse accolta, anche attraverso la collaborazione tra la finanziaria regionale e i confidi privati, già a partire dai prossimi mesi le imprese umbre potrebbero tornare a investire in modo consistente usufruendo dei crediti di imposta di Industria 5.0”.
Il report sul comparto della manifattura, presentato da Francesca Tasselli, responsabile regionale della Comunicazione CNA, oltre all’ottimo dato sulla crescita dimensionale delle imprese già evidenziato nella precedente ricerca realizzata con Sintesi, è entrato più nel dettaglio del settore.
“Il maggior numero di imprese manifatturiere – afferma Tasselli - si concentra nella meccanica/lavorazione dei metalli. Infatti, su un totale di 7.760 imprese, ben 1872 sono imprese meccaniche. Le imprese del sistema moda, invece, sono quelle caratterizzate dal maggior tasso di natalità: infatti, soltanto nel 2023 le neo imprese in questo settore sono state ben 60 su un totale di 180. Anche per quanto riguarda gli occupati, gli aumenti maggiori si registrano nella meccanica (1.707 su un totale di 3.310 occupati della manifattura). Nel complesso – continua Tasselli – nella manifattura il 55% della forza lavoro è occupata dalle micro e piccole imprese (38mila addetti su un totale di circa 70mila). Quello manifatturiero è anche il comparto con la minore incidenza di imprese individuali, che infatti rappresentano il 43% del totale rispetto a una media regionale del 65%. Nettamente superiore anche la dimensione media delle imprese manifatturiere, che è di 9,5 addetti contro una media regionale di 3,7. Consistente, infine, la quota di valore aggiunto garantita dal comparto, pari al 22%”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati illustrati anche alcuni degli incentivi del pacchetto Industria 5.0, “nato – ricorda Vestrelli –da una proposta di CNA nazionale: e cioè quella di scommettere sull’autoproduzione di energia da parte delle imprese. A livello regionale lo abbiamo già fatto con il bando Solar Attack, sebbene manchino ancora inspiegabilmente i decreti di concessione dei finanziamenti alle 280 imprese ammesse a un anno dalle graduatorie”.
“La cosa interessante degli incentivi di Industria 5.0. di cui saranno pubblicati a breve i decreti attuativi – dichiara Paola Sorbi, esperta dei servizi innovativi di CNA – è che in presenza di alcuni requisiti il finanziamento può arrivare anche al 45% sul totale dell’investimento. Gli incentivi, sotto forma di crediti di imposta, variano in base all’ammontare degli investimenti ma anche in base alla percentuale di riduzione dei consumi energetici prevista. In particolare sono state individuate tre scaglioni di investimento: fino a 2,5 milioni di euro, da 2,5 a 10 milioni di euro, oltre i 10 milioni di euro. Per fare un esempio, un’impresa che realizzi un investimento fino a 2,5 milioni di euro, realizzando il 10% di risparmio energetico a carico della struttura aziendale o il 15% a livello di processi produttivi, abbatterà del 45% il costo dell’operazione e potrà recuperare i crediti di imposta anche in un’unica soluzione entro il 2025. Per quanto riguarda le procedure di accesso agli incentivi, sono sicuramente più complesse rispetto a quelle previste per Industria 4.0, richiedendo sia certificazioni energetiche che delle spese, rispetto alle quali, tuttavia, esistono strumenti per neutralizzarne i costi”.
“Le micro, piccole e medie imprese rappresentano l’80% della manifattura umbra – aggiunge Gianpaolo Cicioni, presidente regionale di CNA Produzione -. In questi anni abbiamo scommesso sulla crescita dimensionale e i dati della ricerca lo confermano. Questo processo mi ha coinvolto anche personalmente. La mia impresa, infatti, è passata dall’essere un’attività familiare che contava 4 addetti ai circa 30 attuali. Abbiamo anche diversificato i mercati di riferimento, passando da una produzione esclusiva di componenti per macchine operatrici (escavatori) a operare anche nel settore nautico e a far parte del cluster nautico regionale. Ma in Umbria ci sono tante altre storie come la mia. La manifattura ha scommesso sulla crescita, anche se oggi gli ostacoli principali sono l’eccessivo costo del denaro e la mancanza di manodopera. Su questi temi abbiamo aperto un confronto con le altre associazioni di categoria per mettere a sistema nuove progettualità da sottoporre a breve alla Regione”.
“In conclusione – ribadisce Vestrelli -, anche alla luce delle dichiarazioni del ministro Giorgetti in merito alle garanzie sui prestiti alle imprese, i cui costi non sono più sostenibili dal fondo centrale di garanzia, pensiamo che la nostra proposta su una strumentazione regionale che faciliti l’accesso al credito da parte delle micro, piccole e medie imprese umbre che intendono investire, possa contribuire a massimizzare gli effetti del pacchetto Industria 5.0, permettendo al sistema imprenditoriale regionale di proseguire il processo di trasformazione, crescita e rafforzamento registrato negli ultimi anni, aumentandone l’innovazione e la competitività sui mercati globali, ma anche il livello di sostenibilità, perché quest’ultima rappresenta un’altra sfida non più rinviabile”.
“La Regione – ha annunciato l’assessore regionale allo sviluppo economico, Michele Fioroni - sta già studiando alcune misure finanziarie che dovranno essere necessariamente complementari a quelle previste dal pacchetto Industria 5.0. Resto inoltre convinto che a livello nazionale servirebbero strumenti volti a facilitare la riqualificazione degli immobili produttivi”.
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Svolta in collaborazione con centro Studi Sintesi